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22 gennaio 2014

Sbarre ... d'acciaio

Balza oggi agli onori della cronaca il mandato di arresto europeo emanato dalla procura di Milano verso Fabio Riva, uno dei principali dirigenti dell'azienda siderurgica di Taranto ILVA , residente a Londra.
Riva è accusato di truffa allo stato per 100 milioni di euro, perpetrata tramite la creazione di una società in Svizzera che potesse aggirare la Legge Ossola , provvedimento riguardante l'erogazione di contributi pubblici per le grandi aziende che esportano all'estero. 

L'accusa attribuita al dirigente della siderurgia pugliese è la terza parte di una più consistente inchiesta che vede coinvolti gli altri due fratelli della famiglia Riva Emilio e Adriano , accusati di avere sottratto all'ILVA una cospicua somma di denaro , ammontante a 1,9 miliardi di euro, per averli dapprima nascosti in paradisi fiscali e in seguito fatti rientrare in Italia grazie allo scudo fiscale , di cui sappiamo bene da quale governo è stato partorito.

L'arresto di Fabio Riva risulta senza dubbio una ideale cornice alle mancanze che si sono susseguite durante tutto il periodo di attività dell'azienda fino ad oggi. Non si è mai vista infatti una netta presa di posizione né da parte dello Stato, quando ancora il colosso tarantino prendeva il nome di Italsider, né da parte dei privati sicuramente troppo interessati al mero profitto , riguardo ai numerosissimi casi di tumore e malattie cardiovascolari causati dall'emissione di particelle dovute alla lavorazione dell'acciaio.


Non essendo infatti mai stati eseguiti sugli impianti, i miglioramenti e gli adattamenti necessari a ridurre l'inquinamento, viene intuitivamente da chiedersi a "che santo votarsi" quando si assiste ad uno Stato noncurante e menefreghista verso le tematiche ambientali e di salute, e ad un capitalismo privo di scrupoli verso le vite umane, quando si tratta di far lievitare i profitti .


L'unica magra consolazione sta nel fatto che le tasse delle persone per bene, che un tempo contribuirono a finanziare l'ex Italsider, oggi non vengono più utilizzate per provvedere al funzionamento dell' Ilva e alla dispersione dei suoi veleni.


Nicolò Guicciardi

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