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31 gennaio 2014

Ostruzionissimo

Se Robespierre vivesse in Italia nel 2014, probabilmente sarebbe fiero di avere lasciato il segno dopo tanti anni. Nella giornata di ieri l'altro si è assistito ad un provvedimento estremo sfruttato dalla presidentessa della Camera Laura Boldrini, chiamato appunto "ghigliottina" , che consente di procedere alla votazione in aula di un decreto senza far terminare gli interventi programmati dei deputati. Questo perchè l'ostruzionismo e le proteste vibranti del Movimento 5 Stelle avrebbero rischiato di fare decadere il decreto IMU - Bankitalia, poi approvato in extremis.

Altre situazioni caotiche si sono verificate ieri in Commissione Giustizia dove sono volate parole pesanti, pronunciate dal deputato pentastellato De Rosa, verso alcune esponenti del Partito Democratico e la rissa sfiorata tra gli onorevoli dem Stumpo e Fiano ed un gruppo di 5 Stelle. È infine stata presentata a Palazzo Madama una richiesta di messa in stato d'accusa del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, giustificata da diverse motivazioni, forse di stampo più politico che tecnico

La presidentessa della Camera Boldrini ha poi dichiarato di non avere mai assistito a nulla di simile nel corso della fase democratica dell'Italia, ed è su queste parole che è bene fare le riflessioni del caso.
Innanzitutto non è proprio vero che non si sia mai assistito ad episodi di ostruzionismo parlamentare estremo; basti pensare alle lunghissime sedute parlamentari causate dall'allora Partito Radicale nella prima repubblica. Semmai sono cambiati i modi, molto meno ortodossi e "politically correct", e il numero di esponenti che hanno attuato questa strategia (molto più numerosi degli allora Radicali).

In secondo luogo, analizzando la richiesta di impeachment verso Giorgio Napolitano, tra tutte le motivazioni ne spicca una senza dubbio sacrosanta, ossia il continuo consentire al governo di procedere frequentemente per decreti legge, che comporta spesso un mescolamento di argomenti al loro interno molto divergenti fra loro. Basti pensare infatti a quello che fu il "Salva Roma", in cui si nascondeva il famoso emendamentino riguardante il caso slot machines, e l'ultimissimo "IMU-Bankitalia", di cui personalità ben più competenti di chi vi scrive hanno già provveduto a spiegarne i tratti che fanno gridare allo scandalo.

Alla luce di queste proteste parlamentari, sicuramente non corrette in alcuni tratti, vi è però forse la possibilità e la speranza che questo paese possa cambiare. Se infatti come spesso si dice, il parlamento è lo specchio del paese, potrebbe forse cambiare il modo che gli italiani hanno di affrontare le ingiustizie che spesso questo paese regala. Forse, invece di reagire con la solita rassegnazione, arrendevolezza e frasi classiche come "tanto siamo in Italia, non cambierà nulla", gli italiani potranno rendersi conto che a volte, non rassegnarsi paga. Noi di Giovani per Fare ci stiamo provando. La speranza, come sempre, è l'ultima a morire.


Nicolò Guicciardi

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