Se Robespierre vivesse in Italia nel
2014, probabilmente sarebbe fiero di avere lasciato il segno dopo tanti anni. Nella
giornata di ieri l'altro si è assistito ad un provvedimento estremo sfruttato
dalla presidentessa della Camera Laura Boldrini, chiamato appunto
"ghigliottina" , che consente di procedere alla votazione in aula di
un decreto senza far terminare gli interventi programmati dei deputati. Questo
perchè l'ostruzionismo e le proteste vibranti del Movimento 5 Stelle avrebbero
rischiato di fare decadere il decreto IMU - Bankitalia, poi approvato in
extremis.
Altre situazioni caotiche si sono
verificate ieri in Commissione Giustizia dove sono volate parole pesanti,
pronunciate dal deputato pentastellato De Rosa, verso alcune esponenti del
Partito Democratico e la rissa sfiorata tra gli onorevoli dem Stumpo e Fiano ed
un gruppo di 5 Stelle. È infine stata presentata a Palazzo Madama una richiesta
di messa in stato d'accusa del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,
giustificata da diverse motivazioni, forse di stampo più politico che tecnico
La presidentessa della Camera Boldrini
ha poi dichiarato di non avere mai assistito a nulla di simile nel corso della
fase democratica dell'Italia, ed è su queste parole che è bene fare le
riflessioni del caso.
Innanzitutto non è proprio vero che non
si sia mai assistito ad episodi di ostruzionismo parlamentare estremo; basti
pensare alle lunghissime sedute parlamentari causate dall'allora Partito
Radicale nella prima repubblica. Semmai sono cambiati i modi, molto meno
ortodossi e "politically correct", e il numero di esponenti che hanno
attuato questa strategia (molto più numerosi degli allora Radicali).
In secondo luogo, analizzando la
richiesta di impeachment verso Giorgio Napolitano, tra tutte le motivazioni ne
spicca una senza dubbio sacrosanta, ossia il continuo consentire al governo di
procedere frequentemente per decreti legge, che comporta spesso un mescolamento
di argomenti al loro interno molto divergenti fra loro. Basti pensare infatti a
quello che fu il "Salva Roma", in cui si nascondeva il famoso emendamentino
riguardante il caso slot machines, e l'ultimissimo "IMU-Bankitalia",
di cui personalità ben più competenti di chi vi scrive hanno già provveduto a spiegarne i tratti che fanno gridare allo scandalo.
Alla luce di queste proteste
parlamentari, sicuramente non corrette in alcuni tratti, vi è però forse la
possibilità e la speranza che questo paese possa cambiare. Se infatti come
spesso si dice, il parlamento è lo specchio del paese, potrebbe forse cambiare
il modo che gli italiani hanno di affrontare le ingiustizie che spesso questo
paese regala. Forse, invece di reagire con la solita rassegnazione,
arrendevolezza e frasi classiche come "tanto siamo in Italia, non cambierà
nulla", gli italiani potranno rendersi conto che a volte, non rassegnarsi paga. Noi di Giovani per Fare ci stiamo provando. La speranza, come sempre, è
l'ultima a morire.
Nicolò Guicciardi
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