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7 gennaio 2014

Paga e ... Tasi!

Il nuovo anno si è aperto, come era prevedibile, con una buona dose di lamentele verso il Governo Letta provenienti da più fronti.

Da una parte abbiamo Confcommercio che lancia un messaggio all'esecutivo, in cui viene sottolineata la fondamentale necessità di riduzione progressiva e sostenibile della pressione fiscale verso lavoratori, imprese e pensionati, che nel 2013 ha toccato livelli record.
Se infatti si è passati da un carico pari al 44% nel 2012, ad un 44,3% del 2013, per il 2014 le previsioni non sono affatto rosee e si prevede che la pressione tributaria si attesti ad un livello superiore al 44,2%.
Altra questione che salta all'occhio è il rebus riguardante la Tassa sui Servizi (TASI) che dovrebbe risolversi domani nell'aula del Senato a Palazzo Madama. Sembrerebbe quasi certo l'aumento dell'aliquota pari allo 0,5 per mille, e non più dell'1 per mille come stabilito inizialmente, che porterebbe quindi il prelievo massimo dal 2,5 per mille al 3 per mille sulle prime case e dal 10,6 per mille al 11,1 per mille sulle seconde case. Tutto ciò permetterebbe ai sindaci, specie quelli dei comuni più popolosi, di aggiungere ulteriori 600-700 milioni di euro ai 500 milioni già previsti dalla legge di stabilità, utilizzabili per aumentare le detrazioni sulla casa a favore dei soggetti maggiormente svantaggiati dal punto di vista economico.

Il probabile dimezzamento dell'aumento dell'aliquota TASI è paragonabile alla classica sigaretta che si offre al condannato prima di farlo "accomodare" sulla sedia elettrica. Non si può fare a meno di notare un malcontento generalizzato verso l'operato del governo, espresso sia dal settore del lavoro in generale che da quello immobiliare. Nella giornata di oggi il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri ha infatti espresso disappunto verso il "massacro fiscale sulla casa" su cui l'opposizione darà battaglia in parlamento.
Senza perdersi in giudizi su quanto sia corretto o meno tassare gli immobili, è bene però ricordare che tale governo è nato ed è stato, fino al passaggio di FI all'opposizione, tenuto spesso in ostaggio grazie alla questione riguardante l'abolizione dell'IMU, tanto sbandierata da Silvio Berlusconi in campagna elettorale.
Ciò ha inevitabilmente compromesso la già precaria stabilità del bilancio statale, portando quindi ad aumenti diffusi della pressione fiscale nell'anno appena trascorso.

Sacrosante le parole di Berlusconi che chiede a gran voce l'election day a maggio. Ben venga che si voti, ma non certo per chi è complice di aver generato, coi propri veti simili a specchietti per le allodole, una situazione simile.



Nicolò Guicciardi

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