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30 gennaio 2014

Le teorie antieuro smontate con il buon senso - 3

Terza puntata: Balle spaziali, il signoraggio primario e secondario

Come promesso in questo articolo e nell’ultimo, che seguirà a breve, cerco di entrare più nel dettaglio delle teorie sostenute dagli antieuro.
Ora parlo un pò di signoraggio primario e secondario e nel successivo articolo proverò a cimentarmi relativamente all’uscita dall’Euro e alla supposta truffa del fondo salva-Stati.

Stando a quello che dicono “i signori del signoraggio” il debito pubblico non deriverebbe, come crediamo noi poveri allocchi, dal fatto che lo Stato costa troppo e spende molto, ma molto di più, di quello che è il Pil del paese e per coprire la propria spesa pubblica emette titoli di debito su cui poi paga lauti interessi (molti ricorderanno i rendimenti dei Bot e dei Btp al 25% negli anni Ottanta). Il debito pubblico sarebbe una, e uso le loro parole, “partita di giro” creata da un meccanismo molto semplice e volto a depredare gli onesti cittadini italiani: la banca centrale stampa danaro (e stampare una banconota da 100 euro pare costi più o meno un euro) poi di base lo “presta” allo Stato il quale poi ci paga sopra gli interessi. Quindi per ogni banconota da 100 la banca centrale guadagnerebbe 99 euro più gli interessi (questo “illecito” guadagno prende il nome di signoraggio primario). Questo infernale meccanismo produrrebbe il debito pubblico italiano. Il debito pubblico sarebbe dunque tutta colpa dell’Euro. Questa affermazione è una contraddizione già di per sé perché è noto a tutti che il debito pubblico italiano era già ingentissimo prima che l’Euro entrasse in vigore.
I dati Istat dicono infatti che in un decennio, dal 1984 al 1994, il rapporto debito/PiI è passato dal 74% al 122%. Che sia stata colpa dell’Euro anche in quel caso??? Ricordo che la moneta unica europea ha avuto corso legale a partire dal 1°gennaio 2002. Questa semplicissima constatazione metterebbe già fine all’articolo ma io faccio finta di niente e proseguo.

La soluzione che questi signori ci offrono è molto semplice: si tratterebbe infatti di rimpadronirsi della “sovranità monetaria”. Il che significherebbe uscire dall’Euro e conferire il diritto di battere moneta direttamente allo Stato; in questo modo il danaro verrebbe reso pubblico e il debito dello Stato praticamente annullato consentendo la creazione della liquidità per finanziare la nostra spesa pubblica che a quel punto potrebbe dunque non conoscere limiti, visto che, secondo loro, basta stampare pezzi di carta colorata per risolvere ogni problema.
Quella del signoraggio secondario si tratterebbe invece di una truffa ancor più sordida infatti essa non è perpetrata dalla banca centrale nei confronti dello Stato ma dalle banche commerciali nei confronti di ogni singolo risparmiatore.
Tramite il “moltiplicatore monetario” le banche infatti riuscirebbero di fatto a creare denaro virtuale che prestano e sul quale riscuotono gli interessi. Di base ci truffano prestandoci denaro che in realtà non esiste e poi pretendono gli interessi. Le proporzioni della truffa sarebbero vastissime infatti per ogni 100 euro che ognuno di noi mette sul proprio conto corrente la banca arriverebbe a prestarne ben 900. La soluzione proposta dai signoraggisti è anche qui molto semplice. Le banche dovrebbero comportarsi come salvadanai. Cioè dovrebbero limitarsi a custodire il nostro denaro o al più prestare quello che ne costituisce il capitale in modo tale da rischiare il loro danaro non quello dei risparmiatori o addirittura quello virtuale. In questo modo si accollerebbero il “rischio d’impresa” così da equipararsi a qualsiasi azienda privata.

Quello che questi signori dicono è totalmente falso in quanto le cose non funzionano affatto così: infatti non c’è nessuna “partita di giro” e nulla che assomigli alla biblica parabola dei pani e dei pesci. Mi limito a dire che non è vero che l’Italia abbia perso il proprio signoraggio a causa della cessione della facoltà di stampare carta-moneta alla BCE. Prova ne è che la BCE trasferisce regolarmente agli Stati membri il reddito da signoraggio in misura proporzionale ai conferimenti di ogni Stato alla banca stessa. La forte domanda di Euro ha addirittura aumentato i redditi da signoraggio che percepiamo. Nessuno prima domandava infatti la nostra liretta come riserva di valore. Voglio tuttavia tranquillizzarvi, stiamo parlando di quisquiglie: l’intero signoraggio nel quadro economico vale meno dell’1% del nostro PIL, nulla con cui si possa ripianare il debito pubblico, differentemente da quanto i demagoghi antieuro ci raccontano.

Voglio tuttavia ragionare per assurdo e prendere per vero quello che Beppe Grillo, Paolo Barnard e tutti costoro vanno dicendo. E non solo lo prendo per vero, ma mi spingo oltre, infatti chiedo qualcosa di più radicale. Che la facoltà di battere moneta non sia data allo Stato ma ai singoli cittadini. Siccome, secondo loro, la crisi si risolve immettendo danaro nel sistema economico propongo che ognuno di noi si stampi per conto proprio il danaro di cui ha bisogno. È evidente che se ciò fosse possibile converrebbe stare a casa a stampare soldi piuttosto che andare a lavorare in cambio di un misero stipendio. Contrariamente a quanto lor signori pensano questo non produrrebbe ricchezza ma miseria. L’economia ne uscirebbe distrutta e noi tutti ci troveremmo con dei pacchi di carta straccia per casa. La mia ovviamente è una provocazione ma serve a dimostrare che Grillo e i suoi amici nei loro sproloqui contro le banche brutte e cattive eludono un problema fondamentale: per creare ricchezza occorre creare lavoro, non carta colorata. Purtroppo non c’è nulla nelle loro teorie che porterebbe alla creazione di un solo posto di lavoro e parlo di lavoro vero, non quello finto e dannoso creato dall’assistenzialismo di Stato di cui l’Italia è vittima da decenni.

Veniamo ora al signoraggio secondario. Continuo a far finta che quello che i cari demagoghi dicono sia vero. Dunque per evitare che le banche brutte e cattive ci chiedano interessi a  fronte di danaro che non esiste occorre farle funzionare né più né meno come tanti grandi salvadanai. Ahimé qualcosa non torna nel loro ragionamento! Infatti se le banche fossero costrette a funzionare come salvadanai probabilmente non esisterebbero. Dal momento che non possono prestare soldi, non ne possono guadagnare. Quindi chi mai aprirebbe una banca? Ma anche ammettendo che qualche banca continuasse a esistere è evidente che il credito si restringerebbe drasticamente il che significherebbe che molto pochi potrebbero accendere un mutuo per comperare un’abitazione e che le imprese si vedrebbero negato il credito di cui hanno bisogno per stare in piedi e per espandersi. Ciò avrebbe effetti devastanti su un’economia che è già sulle ginocchia a causa anche della ristrettezza del credito.

Spero che questi miei semplici ragionamenti per assurdo siano sufficienti a dimostrare che le teorie signoraggiste, perlomeno dal punto di vista logico, sono una colossale marea di sciocchezze. La conclusione è dunque che questi signori mentono, per fortuna, ma anche se dicessero il vero, il loro rimedio è peggio della malattia e finirebbe per uccidere il paziente.
Alla settimana prossima!

Gabriele Galli, su gentile concessione de il Resto del Declino (ilrestodeldeclino.it)

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