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13 gennaio 2014

I rigurgiti di un ventennio sfortunato

Risale a ieri il nuovo scandalo tra i tanti che hanno colpito i ministri del Governo Letta dalla data del giuramento a Palazzo Chigi lo scorso aprile.
Infatti, dopo i casi che hanno coinvolto il ministro dell'Interno Angelino Alfano riguardo all'affaire Shalabayeva e il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri sulle telefonate alla famiglia Ligresti, ieri è scoppiata un'ulteriore bufera sul ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo dovuta alla concessione di onerosi appalti del 118 alla ASL di Benevento.

Chiaramente si auspica che la giustizia faccia il suo corso e che possa smentire od eventualmente confermare tali sospetti verso il ministro in forza al Nuovo Centrodestra. Ora, pare doveroso fare qualche riflessione su come dovrebbe essere interpretata nel modo più corretto possibile la parola "giustizia". Come facilmente ipotizzabile, visto il trend degli atteggiamenti tenuti dai ministri fino ad ora coinvolti in scandali o incidenti diplomatici, anche il ministro De Girolamo non ha nemmeno lontanamente pensato alle dimissioni immediatamente successive al non certo esemplare accaduto, comunicando che riferirà in parlamento della sua totale estraneità ai fatti.
Qui risuona inevitabilmente il solito refrain che recita:" in un paese normale il ministro si sarebbe dimesso in fretta e furia!", ed effettivamente cosi dovrebbe essere. Basti pensare all'iter che avviene in paesi leggermente più a nord del nostro e non solo.

Certo, un ventennio apertosi con Tangentopoli e conclusosi con una decadenza al Senato è inevitabilmente difficile da metabolizzare. Sono infatti stati messi ripetutamente in evidenza, atteggiamenti per cui deve essere sempre un'aula parlamentare a decidere delle sorti dei travolti negli scandali (Cancellieri e Berlusconi, ndr), e mai i diretti interessati a fare un passo indietro di loro spontanea volontà. Tutto ciò fa però latitare il cosiddetto "buon esempio" citato da Oscar Farinetti alla Leopolda, che genera senza alcun dubbio rilevanti ripercussioni sui comportamenti della società. Viene da pensare quindi che "i politici sono lo specchio del paese, che coi loro atteggiamenti scorretti hanno contribuito a plasmare".

Se si andrà quindi ad un voto di possibile sfiducia a Nunzia De Girolamo , questo sarà il primo esame che Renzi dovrà sostenere, riguardo ad una "questione morale" che qualcuno in passato richiamava.

Nicolò Guicciardi

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