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10 gennaio 2014

No money, no Job Act

Il neo segretario del Partito Democratico Matteo Renzi, ha stilato ieri l'altro i principali punti programmatici di quello che dovrebbe essere il secondo provvedimento rilevante della sua segreteria dopo le proposte di legge elettorale: il Job Act.

La bozza di riforma, ha commentato il sindaco di Firenze, verrà poi distribuita nelle due Camere e nei circoli in modo da essere perfezionata da un pubblico più vasto possibile. 
Riflettendo sui contenuti del disegno di legge, si notano alcuni spunti decisamente interessanti, come l'introduzione di meccanismi di tutela per tutti i lavoratori ed abbassamento dell'IRAP del 10 % , che sarebbe possibile grazie al recupero di fondi dovuti all'aumento di tassazione sulle rendite finanziarie, ed un abbassamento, sempre del 10%, del costo dell'energia elettrica per le imprese. Altri due punti rilevanti sono quelli che riguardano l'introduzione di una legge per la rappresentanza sindacale che introduce rappresentanti eletti dai lavoratori nei CDA delle grandi aziende e il contratto di inserimento a tempo indeterminato con tutele crescenti .

Insomma, il Job Act avrebbe tutte le carte in regola per essere quantomeno un provvedimento coraggioso, se non fosse per un piccolo grande problema, ossia la poca chiarezza su quali siano le coperture finanziarie che possano consentire tali riforme. Proprio di ieri è stata la dichiarazione del ministro del del Lavoro e Welfare Enrico Giovannini in merito a questo non trascurabile particolare.
Siccome chi vi  scrive è membro di Fare per Fermare il Declino , che tanto si è battuto nella scorsa campagna elettorale per portare avanti consistenti tagli alla spesa pubblica, il miliardo che Renzi si propone di recuperare dai tagli ai costi della politica sembra quanto mai inconsistente per sostenere la mole di riforme da attuare e gli ulteriori 32 miliardi di euro provenienti dalla spending review paiono quanto mai un azzardo che non porta a coperture certe. Esilarante è stata infatti la risposta ("auguri!!",ndr) che il vicedirettore di Repubblica Massimo Giannini ha indirizzato alla deputata PD Alessia Morani non appena ha menzionato l'ipotesi riguardante la revisione di spesa, nella puntata di Ballarò di lunedi scorso.

Un'ultima questione da affrontare con maggiore chiarezza riguarda la tassazione sulle rendite finanziarie. Anche qui è utile fare maggiore chiarezza su quali tipi di " rendite finanziarie" si decide di aumentare la tassazione, poichè molte di queste non sono altro che i risparmi di persone comuni, ottenuti con anni di lavoro.
Questo Job Act quindi sarà senza alcun dubbio oggetto di ampio dibattito nei vari rami del parlamento e non solo, e la speranza è ovviamente che possa servire da detonatore per riforme più consistenti.


Nicolò Guicciardi


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