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23 giugno 2014

Iniquo compenso, la vittoria mutilata

I provvedimenti si firmano di sabato pomeriggio, durante le partite dei mondiali, così magari la gente non se ne accorge...o forse no. L'Italia perde contro il Costa Rica, gli italiani perdono, per l'ennesima volta, contro i poteri forti, il clientelismo, il far cassa facile a discapito dei soliti onesti.

Il provvedimento in questione formalmente tratta dell'adeguamento dell'equo compenso dei diritti d'autore sulle memorie digitali, in pratica si tratta di un aumento fino al 500% di una quota che i produttori di dispositivi con memorie (smartphone, macchine fotografiche, tablet, computer etc) e memorie di massa devono pagare per poter vendere i loro prodotti basata sul principio che tu possa non comprarti la stessa canzone due volte per ascoltare un brano acquistato per esempio sia su telefono che su computer...un pò come mettere un sovrapprezzo alle macchine per poter percorrere due tipi di strade diverse senza dover acquistare un'altra stessa macchina. Il ministro Franceschini ci tiene a ribadire che non è una tassa...ma in altri contesti si chiama pizzo.




Finisce 19.627 a 4.084 la partita della raccolta di firme Altroconsumo/SIAE contro e pro l'iniquo compenso, la SIAE non riesce a coinvolgere neanche il 5% dei più degli 80.000 iscritti che si vanta di avere, ma i 3 punti vanno alla squadra che ha perso. Solo due termini per definire questo provvedimento, ingiusto e imbarazzante. Ingiusto e imbarazzante che in un momento di crisi 60 milioni di italiani debbano subire una tassa (chiamatelo pure adeguamente dell'equo compenso...ma guardiamoci in faccia...) appoggiata da 4.000 (e 84) persone, probabilmente i pochi soliti noti ai quali andranno i benefici dell'aumento. Ingiusto e imbarazzante che la SIAE abbia portato avanti una battaglia che neanche i propri iscritti appoggiano e che non abbia avuto la dignità di riconoscerne un totale fallimento, anzi al contrario abbia presentato i ridicoli numeri raggiunti come il trofeo di una grande vittoria. 

Probabilmente Gino Paoli non si rende conto che 4.000 (e 84) contatti sul web non sono proprio un numero di cui andare fiero e che la bella figliola di mia cugina potrebbe nello stesso arco di tempo senza fatica raggiungerne il doppio...sarebbe stato sufficiente fare un giro per esempio sul sito di Altroconsumo per rendersene conto...ma Gino Paoli, lui sì che è un uomo di altri tempi!... e forse è anche l'ora che si faccia da parte. 

Ingiusto e imbarazzante e qui aggiungerei anche ignobile che Dario Franceschini dichiari che "i costi vanno sui produttori e non sui consumatori" ignorando le più basilari leggi di mercato e cercando di scaricare il barile dell'aumento dei prezzi ad un'eventuale stronzaggine del produttore. Un MINISTRO che esce con un'affermazione del genere o è fortemente IGNORANTE oppure mente sapendo di mentire e quindi DISONESTO, in ogni caso va tolto!


Daniele Spera

5 commenti:

  1. Una sola correzione: quelle virgolette " finali ... non servono :)

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  2. Ottimo articolo. Da cui emerge, purtroppo, una cosa abbastanza triste. Se sono poche le 4084 raccolte dai tassaioli, ancora meno, in proporzione, sono le 19627 raccolte da Altroconsumo. Ancora una volta, l'italiano medio si dimostra non informato, ignorante dei propri diritti e doveri, troppo pigro per documentarsi ed attivarsi. Cambiare questa società è praticamente impossibile.

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  3. C'è qualcunoooo...?
    Ma 'sti ggiovini che ffanno?
    Ma in questo anno abbondante avete determinato...?

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