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30 maggio 2014

La scintilla di Fare

Travolti dal vento europeo, dal populismo grillino e dalla paura anti-grillina. In un'Europa euroscettica, in un'Italia atipica renziana molto prima che di sinistra. Spettatori (inermi) del disgregamento della destra e del crollo del Berlusconismo, di un terrore a 5 Stelle che ha costruito, urla su urla, piazza su piazza, il trionfo (con distacco abissale) del PD.

Tentando invano di placare e contrastare con ricette e concretezza la deriva No Euro (leggasi Lega al 6%) e la nascita di un Nuovo Centro Destra (4,38%) che non può rappresentare quello che il suo nome reclama, no. E rimane prioritaria la costruzione di un nuovo polo liberale inesploso sotto le macerie di una rivoluzione attesa dal lontano '94. Benché realisticamente l'identificazione di solidità assunta da Renzi, capace di calamitare voti di tutte le "razze", l'ha dotato di un'etichetta e di un bacino ad ampio raggio.



Ma forse temporanea, forse c'é ancora spazio per fare e per Fare. O perlomeno per le idee di Fare la cui mission - Fermare il Declino - non può fermarsi dinnanzi a prospettive di spesa, tasse e austerità, non ancora. Perché la fiamma è flebile dopo la tempesta, ma non ancora spenta. Là a destra nel logo di una Scelta Europea, ma non nazionale, a giudicare dalla percentuale irrisoria raccolta. Giusta nei programmi, molto meno nella capacità di veicolare un messaggio a chi vi ha visto, anche grazie ai media, il partito di Monti e null'altro. Poco oculata la scelta del nome, poco organica la coalizione probabilmente, ma il tempo dei processi é terminato. 

Occorre alimentare quella scintilla e il vigore di quella freccia che punta sempre in alto. Perché gli ideali no, quelli non moriranno mai.


Carmelo Abate

4 commenti:

  1. ciao, sono un giovane di fare.
    con molta voglia di fare. credo che occorra dividere la fiamma in due e stabilire quale delle due alimentare.
    le idee o la baracca. e che occorra anche interrogarsi su quale sia lo scopo di fare, quale sia stata l'ambizione di fermare il declino il giorno della sua nascita e quindi se sia riproduicbile l'esperienze di allora nel contesto di oggi.
    allora avevamo molta piu' rabbia, molta trombazione ( un misto tra frustazione e sensazione di essere stati trombati) e non si vedeva alla porta alcuna speranza. anzi se di speranza si voleva parlare la si ricercava proprio in renzi e nelle sue leopolda, che quanto a contenuti non erano male. in piu' avevamo una squadra di fondatori che appariva coesa, uno spirito tra i primi aderenti che appariva quasi carbonaro, e un front man eccezionale ( giannino) che nella politica di oggi è importante forse piu' dei contenuti.
    assodato che quasi tutte queste condizioni sono evaporate, e che Renzi ha catalizzato su di se sia l'anima liberale ( è tutto da vedere se sia sostanza o solo apparenza) che tutta la speranza in circolazione, il contesto per ripetere la fiammata di fid non c'è piu'.
    bisogna accettarlo e ripartire. interroghiamoci se sia piu' importante avere un movimento che faccia educazione, ma con nessuna ambizione politica, o se conti di piu' insinuarci dentro carrozzoni già formati e educarli dal di dentro, inserendo qua è la qualche emendamento, affrontando nei dibattiti qualche commento,qualche argomento spinoso. insomma cambiarli senza che se ne accorgano.

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