
Proviamo a fare chiarezza. Le manifestazioni partite
il 9 dicembre non sono state portate avanti da un’unica organizzazione, ma da
una serie di piccole sigle diverse: il Movimento dei Forconi, l’Associazione
Italiana Trasportatori, Movimento Autonomo Autotrasportatori, Liberi Imprenditori
Federalisti Europei (LIFE), Azione rurale Veneto, Cobas Latte, Comitati Riuniti
Agricoli e NoCensura. Rileggendo il manifesto della protesta, questo magma multiforme pare
compattato solamente da una rabbia comune contro: il Parlamento dei “nominati”, considerati illeggittimi dopo la sentenza
della Consulta, contro la globalizzazione, che avrebbe “sterminato il lavoro
degli italiani”, contro questo modello di Europa che ci avrebbe privato della
sovranità monetaria. I sentimenti comuni a
favore sono invece piuttosto vaghi: più democrazia e sovranità popolare. E’
forse anche per questo che il movimento si è già fratturato, tra l’ala
oltranzista capeggiata dal CRA e affiancata da CasaPound, che ha “marciato”
ieri su Roma e l’ala più ragionevole che raggruppa tutte le altre sigle e cerca
in qualche modo di veicolare le idee attraverso il confronto con il governo e
magari, in futuro, un partito. Alcune di queste sigle, prese singolarmente,
avanzano diverse richieste specifiche e concrete che sono degne di
considerazione: l’abbassamento delle accise sulla benzina, l’alleggerimento
della pressione fiscale sulle imprese, la legalizzazione delle coltivazioni OGM.
Qual è dunque la posizione di Fare per
Fermare il Declino sulla protesta dei Forconi? Abbiamo chiesto lumi ad un
membro della Direzione Nazionale del partito, Costantino de Blasi.
De
Blasi, come valuta la protesta dei Forconi?
Positivamente da un lato, perché è un segnale
molto forte che viene dato alla politica. Esprime un malessere diffuso, causato
da un governo che non dà risposte alle partite IVA, alle attività produttive
che stanno subendo una crisi molto grave. D’altra parte, lo valuto
negativamente perché mi sembra che alla protesta manchi l’elemento propositivo.
Ci sono istanze molto confuse e la cosa paradossale è che si chiede più
intervento dello Stato quando è lo Stato in gran parte ad aver causato la situazione
in cui ci troviamo.
In un
video del Corriere.it si vedono alcuni manifestanti che minacciano dei
commercianti perché tengano chiusi i negozi. Fare come si pone davanti a questo tipo di condotta?
E’ molto grave: chi ha voglia di lavorare, deve
aver possibilità di lavorare e l’adesione forzata ad uno sciopero è un abuso. A
mancanza di lavoro si risponde con ricerca di lavoro, piuttosto che degenerare
la situazione fino alle estreme conseguenze. Pensare che i partiti che ora
stanno discutendo la legge di Stabilità possano trovare soluzioni immediate è
assolutamente folle. Manca la pragmaticità in queste proposte, manca la visione
complessiva di quello che si potrebbe fare. Questa manifestazione dei Forconi
non è la prima, ma si ripete da qualche anno e i risultati dal 2011 a questa
parte sono stati nulli. Ad esempio, gli autotrasportatori da tre anni chiedono
l’abbassamento delle accise sui carburanti e queste in tre anni sono aumentate di 15 centesimi
Se Fare fosse al Governo, l’abbassamento
delle accise sui carburanti sarebbe una priorità?
Tutti i fattori che incidono sui costi della
produzione e sulla pressione fiscale vanno ridotti. Le accise sono state per
troppo tempo il borsellino su cui tutti i governi, di Destra e Sinistra, hanno
messo mano per fare cassa, creando una situazione ormai intollerabile. E’ una
situazione che deve terminare al più presto, anche se purtroppo non lo si può
fare dall’oggi al domani. E’ necessario un piano complessivo che parta dalla
riduzione e razionalizzazione delle spese e che di conseguenza porti ad una
riduzione del carico fiscale complessivo. Le accise sui carburanti sono
sicuramente una voce che va toccata, magari partendo da quelle più odiose e
antiche come quella del 1935-36 della guerra in Etiopia o quella per il Vajont.
Se Lei
fosse Ministro dell’Interno, quale condotta adotterebbe con i manifestanti che
bloccano strade e binari. Farebbe usare
gli idranti o eviterebbe lo scontro?
Inviterei prima una delegazione a parlare, per
ascoltare le loro richieste. Ci vuole fermezza, ma queste reazioni molto
violente sono l’effetto di una distanza abissale tra i problemi delle persone e
chi governa. Il governo dovrebbe accogliere le proposte che sono ragionevoli e
spiegare le ragioni per cui alcune richieste non possono essere accolte. Un
Ministro dell’Interno dovrebbe prima dare questi segnali e poi dopo specificare
che ogni azione di tipo violento avrà una risposta pari ed uguale.
Avete
intenzione di andare a parlare con i rappresentanti della protesta?
Ci sono già stati un paio di incontri un mese fa e
abbiamo avuto la percezione di una protesta molto confusa. Io personalmente ho
parlato con alcuni rappresentanti della LIFE Lombardia con la quale probabilmente qualcosa assieme si
farà. Loro si vogliono proporre come sindacato delle partite IVA, una cosa
interessante. Hanno posizioni estremamente dure che però hanno oggettivamente
un fondamento. Così stiamo parlando anche con Cobas Imprese che non partecipa
ai Forconi ma ha già dato vita a manifestazioni nel 2013.
Fare come potrebbe rispondere alle
richieste di LIFE e di Cobas Imprese?
Per esempio con delle proposte per tagliare la
tassa più odiosa che ci sia: l’IRAP sulle imprese. L’IRAP aumenta il costo del
lavoro, è un costo largamente indeducibile per le imprese e si paga anche in
caso di perdite, perché dipende dal fatturato e non dal profitto. Vale oggi circa
32 miliardi di gettito. Abolirla subito è complicato, ma può essere tagliata in
poco tempo di almeno un terzo.
Un casus belli della protesta è stata la
sentenza della Consulta che ha dichiarato incostituzionale il Porcellum.
Secondo Lei i Parlamentari sono illegittimi e devono andare a casa o fare prima
una legge elettorale?
Noi siamo dell’idea che bisogna aprire una fase
costituente. Bisogna fare modifiche costituzionali profonde e una legge elettorale
nuova. Non abbiamo ancora elaborato una proposta elettorale, ci sono diverse
forme possibili ma bisogna mettere soprattutto mano a quelle riforme che
stimolino la crescita economica.
Azione
Rurale protesta tra le altre cose perché in Italia è vietata la coltivazione ma
non l’importazione degli OGM e di conseguenza gli agricoltori italiani ne
risentono. Fare come si pone sulla
questione degli OGM?
Siamo alle solite ipocrisie italiane. O ci
adeguiamo completamente al mercato o non ci si adegua. Noi siamo per l’adesione
completa al mercato e per una nuova legislazione sugli OGM. Fare è a favore della coltivazione degli
OGM.
Uno dei
collanti della protesta è la critica alla globalizzazione e all’Euro. Pensa che
essa abbia avuto più effetti negativi o positivi per l’Italia?
L’Euro ha salvato per diversi anni l’Italia dalla
bancarotta, basti considerare il fatto che, prima della moneta unica, il costo degli interessi del debito italiano era intorno all’11%, oggi siamo intorno al 5%. Le vere sfide sono altre, la globalizzazione è
senz’altro una di queste. E vi si risponde non col protezionismo, ma con
l’innovazione, lo sveltimento dei processi, l’alleggerimento fiscale sulle
imprese: tutte cose che in Italia non sono state fatte. La Spagna che queste riforme è riuscita in parte ad attuarle, è uscita dalla recessione. L’Irlanda
dopo la crisi profonda del 2008, con queste riforme ha ricominciato quasi
subito a crescere. Se attui queste riforme rendendo il nostro sistema più
flessibile, aperto e competitivo, tu dalla globalizzazione, dalla moneta forte
hai da guadagnare perché paesi come il Brasile, l’India o la Cina stanno
vivendo ora il boom economico che noi abbiamo vissuto sessant’anni fa.
Perché abbiamo
da guadagnare dalla moneta forte? Secondo i manifestanti, è proprio la perdita
della sovranità monetaria che è tra le cause della crisi.
Fare moneta si tratta semplicemente di introdurre un’altra tassa: quella dell’inflazione. E noi non vogliamo introdurre nuove tasse. Non abbiamo bisogno di altra moneta, anzi in Europa c’è persino un eccesso di moneta circolante perché la politica monetaria della BCE negli ultimi due anni è stata espansiva. Il problema non è l’Euro, ma l’assenza di riforme in Italia che hanno impedito la produzione di ricchezza. Più che criticare l’Euro bisogna eliminare l’eccessiva burocratizzazione dell’Unione Europea, tutte quelle norme sui prodotti agricoli: dalla dimensione dei cocomeri alla forma delle banane. E’ questa l’Europa che va combattuta, quella dell’eccesso di regolamentazione, e ci batteremo per questo alle elezioni europee.
Mi dia
una risposta secca: le prime tre riforme che attuerebbe Fare per risolvere la
crisi?
Riduzione degli interessi sul debito con le
dismissioni, cioè la vendita del patrimonio pubblico con strumenti finanziari
che consentono di vendere in maniera intelligente parte del patrimonio
pubblico.
Riduzione profonda della spesa dello Stato. Se le
aziende sanitarie locali si uniformassero ai criteri di spesa delle tre regioni
più virtuose in Italia (Emilia, Lombardia, Veneto), il risparmio annuo sarebbe
pari a 9 miliardi l’anno. Con queste risorse, la terza riforma è un drastico
taglio delle imposte, a partire dall’IRAP e dall’IRPEF.
Enrico Miglino
non condivido molte cose: 1. Domande che iniziano con...Se Fare fosse al Governo, se Lei fosse Ministro dell’Interno...inutili bla bla. La realtà di Fare è un'altra. In Trentino alle elezioni provinciali del 27 ottobre siamo stati capaci di prendere lo 0.80%, con una lista incompleta e parte della DR che non si è candidata per ripicche personali e chissà quali sogni di gloria. Sono stato uno dei 29 candidati. A Bolzano non abbiamo nemmeno tentato di presentare una lista. In Basilicata non ci siamo riusciti perché sono sparite le firme. Sabato e domenica scorsi li ho passati a volantinare con il coordinamento 9 dicembre a Trento Nord. Stai tranquilla che nessuno minaccia o usa la violenza. Siamo in tanti con partita iva agricola e titolari e dipendenti di piccole imprese. E non ci fermiamo. Stasera vado a Rovereto Sud a portare legna al presidio. In tutto il nord i presidi continuano a oltranza. Basta chiacchiere da salotto. E le proposte le abbiamo. A votare!!! Marcello Delucca
RispondiEliminaGentile Marcello. I nostri bla bla sono forse inutili, ma vedo con piacere che li ha letti. Se è corretto, dovrebbe però anche chiedersi quanto sono utili i bla bla e i presidi dei Forconi. Quest'articolo, se lo ha letto tutto, si sforza appunto di capire e di far capire quali siano le proposte sensate e concrete del movimento. Se Lei ne ha altre da farci presente, saremo lieti di pubblicarli. Cordiali Saluti, Enrico
EliminaPer altro le violenze ci sono state ci.sono.video a testimonianza. E mi scusi ma " a votare" é un blabla inutile.
RispondiEliminaBuona intervista invece sul pezzo.
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