Pagine

30 dicembre 2013

Napolitano: gli spettri di un dejà vu

Secondo una scoop di Marzio Breda, quirinalista del Corriere della Sera, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano potrebbe rassegnare le proprie dimissioni tramite il tradizionale discorso di fine anno, peraltro più breve rispetto agli altri sette tenuti. L'idea di dimettersi sarebbe trapelata già il 16 dicembre durante l'incontro con i capigruppo del parlamento, visto il latitare delle riforme istituzionali per cui lo stesso Napolitano avrebbe accettato la temporanea riconferma al Quirinale.

Interessante sarebbe quindi valutare e riflettere su cosa potrebbe accadere in caso di un vero e proprio fulmine a ciel sereno come le dimissioni della più alta carica dello Stato. Osservando il panorama politico di oggi pare di assistere ad una situazione pressoché identica rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Si nota infatti un Governo, sostenuto da una maggioranza ancora relativamente ampia, che persegue un tipo di politica molto simile a quella portata avanti da Mario Monti; Berlusconi che decide a giochi in corso di porre fine al sostegno a Letta, passando all'opposizione ed elezioni, stavolta europee, imminenti. Unici due elementi che potrebbero destabilizzare la situazione stagnante a cui si sta assistendo sono un segretario spaccapartito nei democratici come Matteo Renzi e il Movimento 5 Stelle .

A costo di rendersi impopolari a coloro che leggeranno questo articolo e senza dubbio avversano o non hanno una buona opinione sui partiti tradizional , viene da immaginare che l'unica soluzione in caso di dimissioni del Presidente della Repubblica, sia un accordo tra "renziani"della prima ora, che pure sono un numero consistente nelle camere, e i pentastellati. Nonostante la diversità di vedute, le due parti dovrebbero quantomeno raggiungere un accordo per l'elezione di un nuovo Capo dello Stato che possa sbloccare questa situazione di impasse, la sfiducia al Governo in carica e l’accordo su un breve governo di scopo che possa consegnare una legge elettorale che consenta governabilità al paese.

Appare infatti decisamente intuitivo che l'attuale esecutivo abbia ben poco interesse a modificare la legge elettorale vigente, ora proporzionale pura dopo la dichiarazione di incostituzionalità di parte del Porcellum. In tal modo si lascia logorare nell'attesa lo scalpitante neo segretario del Partito Democratico che anche ieri ha lanciato un aut aut alle larghe intese, per accelerare l’approvazione delle riforme chiave.
Questo quindi ciò che potrebbe accadere nel caso di una mossa di questo tipo da parte di Napolitano. In caso contrario, per uscire da questo tunnel ci si dovrà solo affidare al "Partito Che Non C'è".


Nicolò Guicciardi

Nessun commento:

Posta un commento