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18 dicembre 2013

Web-Tax: l'ultimo incubo di un lungo sonno della ragione


“Advocates of Internet freedom have repeatedly warned us that Italy's traditional elites -- on both sides of the political spectrum -- are very uncomfortable with the Internet's ability to bypass the traditional media that they control.”

“I sostenitori della libertà di Internet ci hanno ripetutamente avvisato che le tradizionali elites italiane – di entrambi gli schieramenti politici – sono molto a disagio con l’abilità di Internet di bypassare i media tradizionali che controllano.”

Era Dicembre 2010, ricordate? Scoppiava il caso Wikileaks, e tra gli altri saltava fuori un cablogramma a firma dell'allora ambasciatore USA David Thorne. La critica era netta: le elites italiane sono a disagio quando devono confrontarsi con la capacità dei nuovi mezzi di bypassare la loro tradizionale rete di controllo, come Internet per l'appunto; e piuttosto che agire in collaborazione e coerenza con le autorità competenti sovranazionali… niente! La tentazione è forte, e ci scappa il colpo di coda della regolazione restrittiva ("Me ne frego!" avrebbe detto un goliardo di qualche decennio fa…).
Il decreto in questione era quello di Romani (Paolo, quello del processo per falso fallimentare della tv Lombardia7 per intenderci). In particolare il decreto nella sua prima stesura prevedeva per chiunque desiderasse fornire un "servizio di media audiovisivo" attraverso reti di comunicazione elettroniche la denuncia di inizio attività e l'autorizzazione da parte dell'autorità, nonché il versamento di una tassa di 3000 euro. Fortunatamente alla fine non è andata così.

Ma torniamo ai giorni nostri: BS non è più primo ministro, e apparentemente non c'è nessun conflitto di interesse in gioco, ma l'intolleranza alla libera concorrenza rimane.
La parola d'ordine è Web-Tax: non riesci a rendere competitive le aziende italiane perché oberate dalle tasse? Non hai la capacità di mediare un regime fiscale coerente in tutta Europa? Non importa! Puoi sempre improvvisare un nuovo regime impositivo: imporre di acquistare servizi pubblicitari solo presso soggettiaventi partita IVA italiana (chissenefrega del principio cardine di liberà di circolazione e di stabilimento in Europa); aggiungere nuovi sofisticati concetti su cosa comporti legalmente il passaggio di dati sulle reti di comunicazione (al diavolo gli accordi e le definizioni concordate a proposito di "organizzazione stabile" in un determinato territorio); fantasticare entrate al di sopra di ogni stima affidabile (ricordate la Tobin Tax?); ignorare beatamente che le cose si fanno in due: supponiamo questa follia diventi realtà, chi ci assicura che un domani anche Irlanda, UK, Germania, Francia etc non impongano alle aziende italiane operanti in quegli stati di dotarsi obbligatoriamente di partita IVA irlandese, inglese etc..? Vorrei vedere quanto sarebbe ancora conveniente alla fine di tutto…
Le questioni comunitaria e fiscale sono delicate, consiglio vivamente (anzi, leggeteli!) gli articoli di Tim Worstall su Forbes e di Piercamillo Falasca su Leoni Blog.
No, veramente, se vogliamo mettere ordine adeguando il funzionamento del sistema fiscale alla nuova realtà portata alla luce dal mercato dei servizi telematici è un conto; improvvisarsi novelli Don Quijote che emendamento in resta si lanciano contro i mulini dei giganti del web proclamando a gran voce la retorica del bravo burocrate che vuol far giustizia redistributiva dei ricavi in suolo patrio.. no grazie, che a pagar i danni saremmo solo noi, i Don Quijote al più si guadagneranno la bella mostrina da sfoggiare alle elezioni prossime venture.

Probabilmente non potremo più fare del gossip su ciò che pensa l'ambasciatore USA di questa nuova trovata, ma di sicuro potremo immaginarlo.

Addendum del 18/12: sembra che il governo stia ricevendo le critiche di questi giorni, il metodo è quello dei dilettanti allo sbaraglio: “ma sì dai, buttiamola lì, poi si vedrà…se se la bevono bene, altrimenti la cambiamo…” peccato che ci stiano coprendo di ridicolo nel frattempo. Rimanete sintonizzati per gli aggiornamenti futuri.

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