Dopo qualche giorno di assenza, il
"fatto" del giorno ritorna in grande stile, parlandovi
dell'avvenimento che una settimana fa ha scosso la cronaca e l'opinione
pubblica capitolina.
La facoltosa signora Angiola Armellini,
erede della nota famiglia di imprenditori edili romani è indagata dalla Guardia di Finanza, insieme
ad altre undici persone tra consulenti finanziari e commercialisti, per avere
nascosto al fisco una somma pari a 2 miliardi di euro che sarebbero stati
distribuiti in molteplici conti esteri.
L'imprenditrice romana era inoltre in
possesso di ben 1243 immobili non dichiarati ed era l'amministratrice di una
complessa rete societaria, costruita secondo la logica delle "scatole
cinesi", che sarebbe stata utilizzata per nascondere gran parte del
capitale in paesi a regime fiscale molto più leggero e vantaggioso di quello
italiano.
Come premessa, è giusto ribadire che
Angiola Armellini deve assolutamente pagare per ciò che ha commesso, se
confermato dallo svolgimento delle indagini. Anche per giustizia e rispetto nei
confronti dei tartassati medi, non abbienti quanto l'imprenditrice capitolina,
immortalati tre giorni fa a fare file bibliche agli sportelli per pagare la
mini IMU.
In secondo luogo, è opportuno collegare
quanto accaduto, con certe affermazioni, o forse sarebbe più opportuno chiamarle
"sparate", di ben noti politici. In numerosi talk show e nella precedente campagna elettorale, si è
sentito appunto il classico refrain che elogiava un non specificato
imprenditore per essere "il maggior contribuente d'Italia" nonostante
abbia una condanna definitiva per evasione fiscale, non proprio pari a 100
euro.
Chi vi scrive ritiene assolutamente
beceri e irrispettosi questi fraintendimenti, nei confronti sia di quegli
imprenditori e lavoratori autonomi che, seppur subissati da innumerevoli
balzelli, li pagano tutti fino all'ultimo centesimo con zero tutele in caso di
perdita del lavoro, sia di quei dipendenti che le tasse le pagano per forza di
cose poiché decurtate a monte dallo stipendio. Il consiglio che viene da indirizzare
verso l'attuale governo è quello di abbassare le tasse sul lavoro in modo da
rendere credibile la lotta all'evasione di cui tanto si parla in questi anni.
Nicolò Guicciardi
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