Trilogia delle battaglie per i valori assoluti (Cap.II)

Sembra che pochi si siano resi conto che nel
duemilaquattordici facciamo politica ancora come in una monarchia dell’Ottocento.
Così, per far finta d’essere persone civili, le mascheriamo da grandi conquiste
dell’umanità. Da ora in poi smetterò con il
‘noi’ e userò il ‘loro’, scusate ma non posso proprio far l’umilmente
educato per etichetta, perché io e le persone di Fare per fermare il declino
non c’entriamo nulla con questo. Con questo modo di agire da sovrani assoluti.
Io mi sono indignato quando ho sentito parlare di quote rosa obbligatorie, non certo
perché sono sessista è ovvio,ma perché, in primis, il concetto è ovviamente
sbagliato visto che qualsiasi persona che riesca ad usare con un minimo di
destrezza gli alambicchi della ragione, capisce che è di secondo(secondissimo,
trascurabilmente secondissimo) piano il sesso dei nostri rappresentanti
politici e questo è l’unico vero atto di umanità contro il sessismo.
Di fatti
il motto di una nuova legge elettorale che volesse estirpare il sessismo
dovrebbe essere questo:
‘Al parlamento, se tutti uomini, o tutte donne, o metà e
metà, o sessanta e quaranta non conta nulla, l’importante è che, sia gli uomini
che le donne di cui è composto, siano persone competenti, fornite di uno
spiccato senso civico e il più oneste possibile.’
Deinde (ed è qui
signori il punto più grave, di cui nessuno parla) questo è il modo di far
politica che usavano i vecchi monarchi. Quando i moti e le tensioni sociali
cominciavano a diventare incontrollabili, i re avevano solo due possibilità:
1)Perire con il proprio regno
2) concedere ai propri sudditi diritti e
privilegi per legge.
Tutte queste proposte che spacciano, o hanno spacciato,
per atti di presunta civiltà, per me assomigliano più a concessioni regie.
Ma io sono un uomo libero e non sarò mai un suddito,
quindi penso, esattamente come tutti voi, che uno dei pochissimi principi
ragionevoli(e tra questi, forse, uno dei più sicuri) da seguire nell’affrontare
questi argomenti, sia il merito. E non le concessioni sovrane per correggere un
sistema dall’entrata deviata dalle raccomandazioni e altro. La conquista col
merito. Conquista solo chi se lo merita.
Sono con e tra quelli che combattono sul fronte di ‘chi
se lo merita.’
Francesco Guidorizzi
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