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14 aprile 2014

Libertà a colpi di fioretto

Trilogia delle battaglie per i valori assoluti (cap. I)

Sono tempi duri i nostri. Sono tempi duri anche per noi che agiamo invece di perderci in chiacchiere. Mi concedo una pausa da tutto questo. Ora e ogni tanto sento il bisogno di perdere tempo e di perdermi in chiacchiere.
E’ che il mio paese mi pare non colga l’importanza dell’esempio, del resto è stato abituato così. In Italia le campagne politiche si fanno coi ‘Paroloni’, il riscontro di questi nella realtà sembra valga molto poco.  Del resto nella nazione dei grandi poeti conta più il fascino, l’illusorio e il fantastico. Il pragmatico, da sempre, fa meno pubblico. Se esistesse il ‘Manuale del politicante medio all’italiana’ sarebbe probabilmente il libro comico più venduto del continente. Una delle prime regole sarebbe questa: se si trova in difficoltà nel corso di un intervista, risponda partendo da un valore assoluto. Poi il resto andrà bene a tutti.

Esempio.
Domanda:‘Lei cosa ne pensa delle strade dissestate in Emilia Romagna?’                                
Risposta: ‘Ma guardi io credo nell’uguaglianza, ecc…’
Cosa volete che vi dica? Quando non si hanno risposte precise e concrete da dare, scomodare principi di civiltà, ‘verità assolute’, diritti umani e cose del genere è sicuramente molto comodo. E così nella quotidianità italiana, idee deformate e strumentalizzate come l’uguaglianza sono sempre presenti, sono lì, camminano con noi per ingrandire il nostro senso etico. Sono portate nelle case dalle televisioni che trasmettono i migliori dibattiti politici immaginabili, dove un partito ha aumentato le tasse per la libertà e l’altro non si è ridotto lo stipendio per onestà. E il  bello è che questo è solo l’inizio del tetro teatrino.

A questo punto la domanda, anzi le domande sorgono spontanee: ‘Ma noi di tutta questa moralità abbiamo bisogno?’, ‘Tutta quest’etica non ci darà dipendenza?’
Ci sono certi individui, in Italia, così pieni di diritti umani, che a sentirli parlare la potevano fare loro la rivoluzione francese e magari veniva anche meglio. A sentirli parlare. A sentirli parlare. Supponiamo, anche se non ne sono molto convinto, che quest’armatura di morale ci serva, giusto perché siamo europei e gli europei sono da sempre un popolo pesante, così pensieroso. Supponiamo ci voglia. A questo punto, dopo questa strampalata e inconcludente premessa, devo rivelarvi la cosa che mi da più fastidio. La cosa che mi da più fastidio è sentire  le persone sostenere che Fare per fermare il declino  non ha nessun senso etico. Non ha nessun senso etico spicciolo e ostentato per prendere voti, al massimo.


I rappresentanti di questo partito, infatti, per prima cosa usano l’informazione per spiegare e istruire sulle questioni economiche, giuridiche e politiche. Lo fanno anche in modo accademico, usando accurati e indispensabili strumenti, come la chiarezza e la trasparenza. Con tale metodo puntano alla disillusione politica degli ascoltatori, combattono i castelli per aria.  Questo crea consapevolezza, che da origine a  coscienza, che a sua volta partorisce individui con senso critico e capacità di giudizio, e tale è la base di un uomo libero, non può essere altra. In aggiunta, le loro posizione economiche riguardo all’euro, all’Europa e alla politica nazionale hanno come diretta conseguenza l’assunzione delle proprie colpe e delle proprie responsabilità da parte del popolo italiano. E’ facile perpetrare il passo falso ideologico dello scarica barile, che alcuni usano anche per togliersi dagli impicci e distrarre l’opinione pubblica. Da un giorno all’altro, politiche marce, corruzione, criminalità e altro non sono stati più i problemi principali. 

Molti partiti fanno cadere la colpa dell’attuale situazione sull’Euro e sull’Europa, ma questo atteggiamento spinge gli italiani a non assumersi le proprie responsabilità dando la colpa a fattori esteri. Secondo questa teoria altri hanno deciso per loro e sono solo vittime di un enorme complotto straniero. Facendo questo si crea una nazione senza responsabilità, quindi senza la forza interiore di sopportare il peso delle proprie scelte e quindi senza la possibilità di scegliere. E’ una schiavitù interiore che, inevitabilmente, si ripercuote e si ripercuoterà sull’esteriore. Fare per fermare il declino invece dimostra di voler creare uomini liberi, liberi di scegliere e in grado di sopportare, supportare e correggere, se è necessario, le proprie scelte. Tutto questo senza sbandierare parole risonanti. Lo fa col proprio comportamento. Libertà a colpi di fioretto.



Francesco Guidorizzi

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