Nella
giornata di oggi è , in maniera del tutto sorprendente , saltato
l'accordo di partnership tra la compagnia aerea degli Emirati Arabi
Uniti Ethiad Airlines ed Alitalia , che prevedeva sostanzialmente
l'ingresso della prima nel capitale della compagnia di bandiera
italiana con una quota del 40-45% pari a circa 500 milioni di euro.
Continua quindi quella che sembra una vera e propria maledizione ,
presentatasi già una volta , quando Air France si presentò al
tavolo delle trattative per il salvataggio della nostra disastrata
compagnia aerea.
Le
condizioni per cui il "matrimonio volante" tra Emirati e
Bel paese è momentaneamente interrotto , riguarderebbero infatti
garanzie non date su tre fattori di notevole rilevanza e ritenute
necessarie da parte di Ethiad ossia collegamenti strategici tra alta
velocità e hub di Fiumicino , tematica esuberi di personale (pensate
infatti che si parla di un numero cospicuo ammontante a circa 3000
posti) e abbattimento dei debiti da parte delle banche.
Ragionando
ora su quanto è appena accaduto , viene da porsi alcune domande .
Innanzitutto , secondo chi vi sta scrivendo , privatizzazioni fatte
con criterio , ossia selezionando i possibili acquirenti e/o soggetti
privati interessati in base alla loro affidabilità e ad altri
importanti fattori che non è il caso di elencare in toto , possono
senza dubbio aiutare a rendere tali aziende più competitive sul
mercato e al passo con l'innovazione che di questi tempi è
richiesta.
Se però ,
come in questo caso , si assiste , oltre al totale fallimento della
famosa "cordata" di imprenditori italiani nel periodo
iniziale dell'ultimo governo Berlusconi , anche ad un disinteresse
proveniente perfino da una compagnia aerea di un paese economicamente
ben più prospero del nostro come gli EAU , ci si chiede se Alitalia
(e non solo) è davvero cosi drammaticamente disastrata e poco
appetibile da non riuscire nemmeno ad attirare interesse verso
acquirenti ben più "facoltosi" di quelli italiani.
La domanda
chiave quindi è : come si esce da questa grave empasse? Intanto la
nostra compagnia di bandiera e il suo immenso buco nero è ancora a
carico dei contribuenti.
Nicolò
Guicciardi
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