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17 aprile 2014

L'atterraggio d' emergenza di un emiro qualunque


Nella giornata di oggi è , in maniera del tutto sorprendente , saltato l'accordo di partnership tra la compagnia aerea degli Emirati Arabi Uniti Ethiad Airlines ed Alitalia , che prevedeva sostanzialmente l'ingresso della prima nel capitale della compagnia di bandiera italiana con una quota del 40-45% pari a circa 500 milioni di euro. Continua quindi quella che sembra una vera e propria maledizione , presentatasi già una volta , quando Air France si presentò al tavolo delle trattative per il salvataggio della nostra disastrata compagnia aerea.
Le condizioni per cui il "matrimonio volante" tra Emirati e Bel paese è momentaneamente interrotto , riguarderebbero infatti garanzie non date su tre fattori di notevole rilevanza e ritenute necessarie da parte di Ethiad ossia collegamenti strategici tra alta velocità e hub di Fiumicino , tematica esuberi di personale (pensate infatti che si parla di un numero cospicuo ammontante a circa 3000 posti) e abbattimento dei debiti da parte delle banche.
Ragionando ora su quanto è appena accaduto , viene da porsi alcune domande . Innanzitutto , secondo chi vi sta scrivendo , privatizzazioni fatte con criterio , ossia selezionando i possibili acquirenti e/o soggetti privati interessati in base alla loro affidabilità e ad altri importanti fattori che non è il caso di elencare in toto , possono senza dubbio aiutare a rendere tali aziende più competitive sul mercato e al passo con l'innovazione che di questi tempi è richiesta.
Se però , come in questo caso , si assiste , oltre al totale fallimento della famosa "cordata" di imprenditori italiani nel periodo iniziale dell'ultimo governo Berlusconi , anche ad un disinteresse proveniente perfino da una compagnia aerea di un paese economicamente ben più prospero del nostro come gli EAU , ci si chiede se Alitalia (e non solo) è davvero cosi drammaticamente disastrata e poco appetibile da non riuscire nemmeno ad attirare interesse verso acquirenti ben più "facoltosi" di quelli italiani.
La domanda chiave quindi è : come si esce da questa grave empasse? Intanto la nostra compagnia di bandiera e il suo immenso buco nero è ancora a carico dei contribuenti.

Nicolò Guicciardi


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