Dopodomani
approderà al vaglio del parlamento il cosiddetto Documento Economico
Finanziario presentato ieri dal governo Renzi a palazzo Chigi.
Molti sono
i punti che fanno ben sperare in una svolta che , sicuramente non è
definibile come radicale , ma senza dubbio potrà avere un discreto
impatto.
La mazzata
che arriverà alle banche , attraverso il raddoppio della pressione
fiscale sulle plusvalenze derivanti dalla rivalutazione delle quote
di Bankitalia che schizzerà al 26% , è senza dubbio la manovra che
godrà di maggiore popolarità tra l'opinione pubblica. Questa
servirà essenzialmente a finanziare il taglio di 6,7 miliardi
sull'Irpef del 2014.
Riguardo
ciò , è bene precisare ai lettori meno attenti e più smemorati ,
che tale taglio dell'Irpef nasce dalla discussissima rivalutazione
delle quote che tanto fece scalpore e generò una bagarre
pesantissima alla Camera dei deputati . I grillini quindi
affermerebbero che il taglio dell'Irpef è coperto, in soldoni , "
dai soldi nostri" usati per rivalutare Bankitalia e non da
quelli delle sempre privilegiate banche.
Vi sono
però anche aspetti maggiormente positivi , quali una spending review
firmata Carlo Cottarelli , che una volta giunta a regime nel 2018
potrà permettere un discreto risparmio di 38 miliardi di euro ,
senza per altro effettuare tagli "lineari" alla Tre-Monti
ed in secondo luogo , altro punto saliente sarebbe quello che
porterebbe alla dismissione di quote di aziende pubbliche quali Poste
ed Enav e di innumerevoli società partecipate , nonchè i tagli agli
stipendi dei manager pubblici , bandiera politica di Fare per Fermare
il Declino , il cui tetto è fissato su quello del Presidente della
Repubblica.
Nel
complesso insomma , si intravedono intenti dallo spirito liberal
democratico da parte del presidente del consiglio Matteo Renzi e del
suo governo che incontrano fondamentalmente due ostacoli non poco
rilevanti. Il primo riguarda essenzialmente la fumosità e incertezza
nel riuscire a mandare in porto le seguenti manovre senza ostacoli ,
anche da parte di minoranze dello stesso Partito Democratico ed il
secondo , fatto salvo che l'ex sindaco gigliato riesca nei suoi
intenti , riguarda poi l'effettiva distribuzione efficiente di tutte
le risorse economiche recuperate da spending review e affini.
Strada che
si rivela quindi lunga e tortuosa , ma che se verrà percorsa nella
sua totalità potrebbe consacrare definitivamente Matteo Renzi come
lo statista del decennio.
Nicolò
Guicciardi
E' un'azione questa,al di la,di chi sono i soldi,che fà sicuramente sperare,come esprime l'articolo.E,se è valutato positivamente dai GIOVANI di FARE,significa,che questo terremoto di RENZI sia positivo.pertanto auguri,
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