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5 marzo 2014

Rosolatum

Nella giornata di ieri abbiamo assistito all'approdo della bozza della riforma elettorale dell'Italicum alla Camera dei deputati.
Forse la maggior parte di coloro che hanno seguito la notizia sui telegiornali e sui media nazionali,
avranno esultato o comunque salutato con felicità tutto ciò, visto il periodo di stallo decisionale durato otto lunghi anni.
In verità vi sono ben pochi motivi per esultare o gioire, siccome una piccola ma rilevante proposta quale
il "lodo D'Attorre" ha avuto l'avvallo della maggioranza di Montecitorio.
Tale proposta prevede la modifica della legge elettorale vigente solamente alla Camera dei deputati, lasciandola intatta al Senato della Repubblica, essendo già stata calendarizzata la riforma della camera alta in una di stamp
o simil-federalista non privo di numerose imprecisioni, come personalità ben più prestigiose di chi vi scrive hanno provveduto a spiegare.
Evitando di tediare a lungo sugli esiti di una eventuale tornata elettorale in queste condizioni, l'unica cosa che chi vi scrive si sente di dire è che regnerebbe il caos e l'ingovernabilità più totale.
Ma sono altri gli spettri che aleggiano sul palazzo e sul governo a guida Renzi se anche dovesse andare in porto la riforma solo alla Camera.
Infatti, il presidente del consiglio rischierebbe grosso di passare, per via di una svista di non poco conto, da salvatore della patria dalla innata rapidità decisionale a rosolato da una cortina di instabilità e ingovernabilità da lui stesso creata , anche considerando il fatto che non risulta per niente scontato che il Senato porti avanti una riforma che senza alcun dubbio lo vedrebbe ridimensionato, senza fare nessun tipo di ostruzionismo.
Naturalmente ci si augura che Matteo Renzi non finisca in questo scomodo "cul de sac", ma si sa che, come diceva un noto politico democristiano ormai scomparso , a pensare male si fa peccato ma spesso ci si indovina

Nicolò Guicciardi

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