Proprio ieri si è svolta nella penisola
di Crimea in Ucraina , una consultazione referendaria per verificare se la
popolazione della suddetta area geografica fosse favorevole o meno
all'annessione della stessa alla Federazione Russa.
Come ben sappiamo , il referendum ha
avuto un esito a maggioranza bulgara (96,6%) a favore dell'annessione della
Crimea alla Russia. Indipendentemente dal fatto che tale esito fosse abbastanza
scontato vista la maggior parte di popolazione russofona in tale area
geografica , è bene fare qualche considerazione sugli strascichi lasciati da
tutto ciò.
Per prima cosa , le lamentele e le
preoccupazioni provenienti dall'Unione Europea e dal presidente degli Stati
Uniti d'America Barack Obama rivolte all'illegittimità del referendum tenutosi
ieri , sono da considerarsi più che fondate, non tanto per la motivazione
appena menzionata, quanto per una possibile reazione a catena che potrebbe
innescarsi dopo l'annessione della penisola di Crimea alla Federazione russa.
Tale sospetto infatti risulta legittimo
se pensiamo che la Crimea sarà da "infrastrutturare" completamente da
parte del governo russo, poiché finora la penisola ha dipeso totalmente
dall'Ucraina di cui ora non fa più parte, e tutto ciò comporterebbe il
sobbarcarsi di pesanti oneri da parte della Russia. Viene quindi da ipotizzare
che sarebbe molto meno costoso per Putin invadere gradualmente l'intera Ucraina
nonostante le palesi violazioni di sovranità.
La seconda questione riguarda invece la
relativa fragilità sofferta dall'Unione Europea nell'affrontare tale
delicatissima questione. L'ipotetica "europeizzazione" del granaio
d'Europa era infatti frutto di un accordo tra singoli stati, tra cui Germania e
Polonia, e non dell'intera unione. I rischi di una nuova guerra fredda , il cui fulcro stavolta
risulterebbe spostato verso est , sono senza dubbio da non sottovalutare, e se
possibile , da evitare con una diplomazia degna di tal nome.
Alla vigilia delle prossime elezioni per
il rinnovo del parlamento europeo , è bene quindi lanciare un appello per fare
in modo di ripensare l'Europa anche su questo fronte, cercando di mettere in
piedi meccanismi di coesione diplomatica in grado di evitare spiacevoli
"fantasmi" che potrebbero riemergere dopo queste ultime onde d'urto
che rischiano di minare negativamente lo scenario europeo e mondiale.
Nicolò Guicciardi
Credo che la "coesione diplomatica" la stia dimostrando solo Putin. La stessa coesione diplomatica dimostrata in Siria e financo nella crisi economica di Cipro, come maggiore investitore dell'isola. La maggiore coesione Europea potrebbe arrivare solo qualora i partner Membri si rendessero conto che diversamente non rappresentano più niente da soli e ancor meno se in compagnia di degli USA che dal punto di vista sicurezza internazionale non credo che abbiano più niente da insegnare a nessuno!
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