Pagine

7 marzo 2014

I dissidenti e l'onda che travolge




- Vi siete accorti di quello che è successo? Vi ricordate ancora cosa vi avevo chiesto all'inizio della settimana? Se in questo paese sia possibile un'altra dittatura. E' appena successo, il fascismo: ci siamo ritenuti esseri speciali, migliori degli altri. Ma la cosa peggiore però è che abbiamo escluso dal gruppo chi non la pensava come noi. Li abbiamo feriti, e non voglio immaginare che altro avremmo potuto fare. Io mi scuso con tutti voi, siamo andati oltre, io sono andato oltre. Deve finire qui.

- Ma non tutte le cose dell'Onda erano negative, ce ne siamo accorti tutti. Sì, abbiamo commesso degli errori, ma li possiamo correggere.
- No, queste cose non si correggono.




Se non sapete di cosa sto parlando è un estratto del discorso finale del film del 2008 L'Onda. Molto brevemente la trama è la seguente: Rainer Wenger, professore di un liceo tedesco, si trova a tenere un corso a tema sull'autocrazia e, alla domanda se sia possibile una nuova deriva autocratica ai nostri giorni scopre come i suoi studenti la ritengano ormai impossibile. Coglie lo spunto ed inizia un esperimento. Poco alla volta, partendo da aspetti semplici ed apparentemente ingenui, talvolta velati da buoni propositi, spinge i suoi studenti ad atteggiamenti sempre più spinti fino all'atto finale. Convoca il gruppo, l'Onda, e lo inizia all'accettazione acritica del pensiero del capo. L'insegnante ha vinto e gli studenti ne sono usciti sconfitti: scoprono di aver ripercorso senza accorgersene quegli stessi comportamenti che fino a poco tempo prima aborrivano e ritenevano non avrebbero mai intrapreso.

Lasciamoci ora andare un attimo con la fantasia. Lasciamo andare i nomi di Rainer Wegner e l'Onda. Proviamo ad immaginare come potrebbe essere il discorso altrimenti.

"Vi siete accorti di quello che è successo? Vi ricordate quando vi avevo promesso una democrazia vera? Non vi rendete conto che in realtà non avete nessuna voce in capitolo sugli aspetti fondamentali del movimento? Non potete scegliere le regole interne, non potete controllare il bilancio del portale, non potete scegliere su quali questioni chiedere l'opinione della base. Non vi rendete conto che sono io a decidere secondo la mia convenienza su cosa chiedere la vostra opinione e soprattutto su cosa non chiedervela? E spesso in molte cose che contano veramente non ve la chiedo facendo di testa mia. E ve la chiedo su questioni che alla fine non mi cambiano più di tanto, oppure ve la chiedo in modo da lasciarmi ampio margine di manovra. E in tutto questo avete l'illusione di essere voi a decidere.
Ho lasciato intendere a tutti quanti avessero una qualche idea bizzarra che qui avrebbero potuto trovare terreno fertile per portare a compimento la loro tesi, lasciandoli sbracciare e sfogare. In realtà la cosa non mi ha mai importato, bastava fare massa. Ed è pure stato facile: bastava ammiccare, incitare, propagandare concetti incompleti e vaghi e urlare di volta in volta quel che conveniva al momento. Qualche volta ci scappava la contraddizione, ma a chi importa? L'importante è colpire, suggestionare, pochi vanno poi a verificare se le tue ricostruzioni stiano in piedi o meno.
Tentenno sulla nostra moneta per solleticare gli appetiti di entrambe le parti. Che importa dire le cose chiare e subito? Ormai vi siete disabituati a pretenderlo.
Credete che l'illusione dell'uscita facile e miracolosa sia reale? Quei paesi che vi indicavo come modello in realtà stanno male per le loro politiche dissennate.
Credete che promettere reddito gratis a tutti e magari scollegato dal lavoro sia umanamente fattibile? Ma sì, chi si lascia ammagliare bene, agli altri basta raccontare qualcos'altro. Ad ognuno il suo.

E tutto questo lo accettate senza protestare. Son cose che altrimenti non avreste accettato ma ora ve le fate comunque andare bene. Criticavate chi imponeva un controllo verticistico sul suo partito ed invece ora lo accettate. Eravate contro le balle al solo fine di raccattare voti ed ora le accettate. Eravate contrari all'incoerenza dei soliti politicanti ed ora l'accettate. Eravate contro i programmi inconsistenti ed ora li accettate.  Perché continuate ad accettare tutto questo senza chiederne conto? Io vi dico che l'importante è prima sostituire gli altri e lo accettate.. ne siete così sicuri?

Ma il peggio è che siete arrivati fino al punto di accettare l'espulsione non solo di chi non la pensava come noi, ma addirittura di chiunque osasse criticare tutto questo. State accettando che io allontani chi cerca di ricordarvi quali fossero i vostri propositi iniziali e di come io li stia infrangendo tutti. Non oso immaginare fin dove potrei spingervi. Io mi scuso con tutti voi, siamo andati oltre. Deve finire qui."


PS: già posso immaginarmi alcune risposte, quindi lo dico fin da subito. Lo so, molti altri non sono meglio. Ma il fatto che gli altri non siano meglio non implica rinunciare a pretenderlo (il meglio o almeno qualcosa di coerente) a partire da coloro che sosteniamo. E lo so, c'è una grande differenza tra vertici, staff, eletti ed attivisti, semplici sostenitori e semplici elettori. Ma il mio vuole essere uno spunto di riflessione, non un'analisi, quindi passatemela.





1 commento:

  1. il delicato passaggio dal sentirsi i migliori all'osservare che gli altri non sono meglio, è la chiave di volta tra l'idea originaria e l'adeguamento a ciò che si ha di fronte. E' il momento in cui, per continuare a credere, ad affidarsi a qualcosa, si chiudono i boccaporti dello spirito critico e dell'ascolto. così da non doversi dire che ci si sta affidando a qualcos'altro. Ho sottoposto il film in questione ai miei figli (13 e 11) . il primo ha in programma scolastico il fascismo, ed usa il termine a sproposito. entrambi, dopo la prima ora di film detestavano i soggetti critici al gruppo dell'onda, ed hanno applaudito alla loro emarginazione. al termine, imbarazzati dalla comprensione, ne è emersa una proficua discussione. l'elemento che li ha lasciati disarmati è proprio quanto Leonardo ha messo in evidenza: certe cose non si correggono. bisogna dar fede ai propri dubbi quando nascono, sempre. altrimenti, una buona idea, un principio sano diventano un'altra cosa, e le redini finiscono in altre mani. una persona libera DEVE tenere le proprie redini in mano.

    RispondiElimina