Pagine

14 marzo 2014

14000 NO contro la tassa SIAE sulla tecnologia

Cambia governo, cambia ministro della cultura, la Siae ci riprova.
Se il precedente ministro Bray aveva saggiamente ignorato la richiesta Siae di un aumento dell'equo compenso sui prodotti tecnologici, rimandandone decisioni e provvedimenti a un indefinito domani, cambiata la testa non son passate due settimane che la società torna alla ribalta.

Questa volta però trova sul fronte opposto oltre 14 000 firme raccolte da Altroconsumo e già presentate all'ex ministro contro il suddetto aumento.
La Siae tenta quindi di scendere sullo stesso terreno di guerra.
I primi di Marzo gli associati Siae ricevono una mail firmata Gino Paoli che chiede di firmare una contropetizione a sostegno dell'equo compenso. L'unica differenza che la loro petizione organizzata via mail non ha nessuna tracciatura pubblica on line.

Con un inserto promozionale sul sito di Repubblica lanciano un nuovo dominio a sostegno della petizione copiaprivata.it. Il sito, oltre a risultare fuorviante in quanto a primo impatto sembra più un sito di sostegno alla candidatura agli oscar di Sorrentino, mette in vetrina tutti i suoi Nobili che hanno firmato la petizione. Vengono inoltre presentate alcune mezze verità decontestualizzate che a mio avviso non giustificano comunque un aumento dell'equo compenso. Alcuni argomenti invece sono totalmente devianti, affermare che l'aumento avverrà a discapito solamente delle aziende che producono i prodotti interessati e non graverà sull'utente finale è come dire che la legge di gravità non esiste.
La morale della storia resta comunque che nonostante i migliaia di associati direttamente toccati e interessati dalla vicenda, nonostante Repubblica, nonostante le loro illustri firme, nonostante si considerino il "grande baluardo della cultura italiana", nonostante lo annuncino in modo trionfalistico ("Il portale è diventato in breve il punto di riferimento delle adesioni alla petizione, che ha quadruplicato, nel giro di pochi giorni, il numero delle firme") il numero delle firme dichiarato ad oggi è di appena 2.186, un settimo rispetto a quelle raccolte da Altroconsumo.
Conteranno di più 2000 illustri firme, in barba al terzo popolo di cui una volta Gino Paoli ne era rappresentanza, di persone che per vivere e per avviare nuove produzioni molto probabilmente non hanno neanche bisogno degli introti Siae, oppure le oltre 14 000 firme raccolte da Altroconsumo che includeranno molto probabilmente quell'oltre 60% di artisti associati alla Siae ogni anno non riesce a ripagarsi neanche la quota d'iscrizione con gli introiti dei diritti d'autore?Al nuovo ministro l'ardua sentenza. Sarà il paese dove avanza ciò che è giusto o ciò che ha le raccomandazioni giuste?



Daniele Spera

Nessun commento:

Posta un commento