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23 dicembre 2013

Immigrazione all'italiana


Il deputato del Partito Democratico Kalid Chauki , ha cominciato da ieri a barricarsi a oltranza nel centro di prima accoglienza dell'isola di Lampedusa, in attesa di un intervento del Governo in grado di porre rimedio all'emergenza della situazione nei cosiddetti c.i.e.(centri di identificazione ed espulsione). Ad innescare tale gesto sono stati i filmati messi in onda in un servizio del TG1, dove venivano mostrate le condizioni inaccettabili in cui versavano i migranti appena sbarcati sull'isola siciliana, lasciati completamente nudi e al freddo, in attesa delle visite mediche.
Se dovesse andare in porto, questa misura potrebbe senza dubbio rivelarsi un notevole passo avanti nella gestione di un' emergenza che vede un paese costiero e ai confini dell'Europa come l'Italia, direttamente coinvolto. Risulta corretto però soffermarsi su alcuni dati circa la reale utilità di questi centri . Nel periodo compreso tra il 2008 e il 2010 la spesa complessiva per il mantenimento dei CIE ammontava a circa 68 milioni di euro , ma lo stanziamento al Fondo Inclusione Sociale , più utile socialmente in materia di integrazione, è stato pari a zero. In secondi luog , solo 3880 sono state le persone rimpatriate transitate nei centri, a fronte di un complessivo di circa il doppio.


È fuori discussione che il gesto di Chauki possa far prendere coscienza del non trascurabile problema da parte dell'opinione pubblica, ma allo stesso tempo è possibile che si possa alimentare ulteriori proteste da parte dei migranti che renderebbero la situazione ancora più critica. Il Governo ha quindi deciso di avviare misure di provvedimento urgente che prevedono una drastica riduzione dei tempi di permanenza nei CIE da 18 mesi a 30 giorni . Il viceministro dell' Interno Bubbico ha poi evidenziato un ulteriore paradosso per il quale chi è stato in carcere, una volta scontata la pena viene indirizzato ai CIE per l'identificazione anzichè essere direttamente espulso, cosi da accentuare ulteriormente il sovraffollamento di tali centri. Altri giuristi inoltre propongono da tempo che il trattenimento nei CIE sia circoscritto solamente a coloro per cui nessun altra misura alternativa come obbligo di dimora,consegna del passaporto e obbligo di presentazione alle forze dell'ordine, possa essere disposta.

Sarebbe quindi più utile ragionare in termini di integrazione, con stanziamento mirato di fondi necessari a tale obbiettivo, oppure mantenere lo status quo con una legge Bossi-Fini che rende perseguibili per favoreggiamento di reato di clandestinità anche i cittadini che si impegnano nel primo soccorso verso queste persone? 


Nicolò Guicciardi

2 commenti:

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