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5 febbraio 2014

Passo avanti o solito bluff?

In data odierna il Senato ha approvato il decreto riguardante i tagli agli sconti fiscali, di cui si era già ipotizzata una sforbiciata da parte del ministero dell'Economia circa una settimana fa.
Secondo il Tesoro , vi sarebbero infatti 720 forme di agevolazione fiscale, dette in gergo "spese fiscali", destinate ad una vasta gamma di settori.

Questa lunga serie di detrazioni comporterebbe una perdita di gettito fiscale stimabile in circa 250 miliardi di euro, di cui il Fondo Monetario Internazionale avrebbe identificato come "aggredibile", senza incappare nella cosiddetta macelleria sociale, una somma vicina a 60 miliardi di euro. Cifra senza dubbio alcuno, tutt'altro che trascurabile.

Qui però sorgono i primi interrogativi ; ci si chiede infatti se il governo utilizzerà questo via libera da parte di Palazzo Madama come alibi per tagliare le detrazioni in quei settori che vedono al centro dell'attenzione famiglia e sanità, oppure se procederà come auspicabile allo snellimento di quegli sconti fiscali identificabili come aiuti ad imprese ormai anacronistiche, che paradossalmente sono i più insidiosi da aggredire.

In questo grande calderone spiccano poi le agevolazioni destinate al settore della politica, come ad esempio lo scandaloso sconto sull'IVA riguardante l'acquisto di fiammiferi da parte delle camere e l'esenzione di IRES e IVA sui prodotti venduti alle manifestazioni politiche, che il governo potrebbe pensare di eliminare per dare il tanto decantato buon esempio


Nicolò Guicciardi


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