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14 febbraio 2014

Dalla staffetta può nascere uno statista?

Giornata intensissima quella di ieri, costellata dalla direzione lampo nella sede del Partito Democratico al Nazareno in cui Matteo Renzi ha liquidato l'esecutivo Letta con un discorso durato poco più di mezz'ora. Il segretario gigliato ha richiamato alla necessità di procedere speditamente per uscire dalla palude e dall'immobilismo, con un nuovo governo da lui guidato che sappia portare avanti con maggior vigore le riforme in agenda.

Oggi poi il premier Enrico Letta è salito al Quirinale dal Presidente della Repubblica Napolitano per presentare le dimissioni da lui definite irrevocabili, portando quindi all'avvio delle consultazioni. A differenza del solito, chi vi scrive vorrebbe per oggi mettere nel cassetto il tono critico che solitamente viene utilizzato. Già troppi infatti hanno gridato alla fretta eccessiva e alla mossa suicida e brutale che porterà inevitabilmente il segretario democratico nell'oblio e a bruciarsi gran parte dei consensi. Forse è il caso invece di spezzare una lancia verso Matteo Renzi che, diciamocelo fuori dai denti, è l'unico personaggio nello scacchiere politico che è riuscito a smuovere, seppur in maniera criticabile e alle volte pressapochista, alcune riforme decisive e importanti per l'Italia come il Job Act e la legge elettorale. Detto ciò, non si può fare altro che un grande in bocca al lupo al segretario democrat per la durissima missione che si appresterà a portare avanti nei prossimi giorni, non tanto per il suo successo personale quanto per il futuro del nostro paese.

Ora, i più scettici, giustamente, obiettano il fatto che non sia possibile, per prima cosa, generare cambiamento e innovazione quando la pratica con cui è tramontato l'esecutivo Letta e sta sorgendo il Renzi I è molto simile alle staffette in stile democristiano tipiche dell'era Rumor nella prima Repubblica. In secondo luogo, si nota l'illegittimità di un nuovo presidente del consiglio che è ancora meno di Letta espressione del risultato elettorale scaturito dopo le scorse elezioni. Almeno Letta era stato almeno eletto in parlamento dai cittadini.

Sono entrambe due obiezioni sensate senza dubbio, ma alla fine di cosa ci lamentiamo in Italia quando il"metodo Renzi" è forse il più ortodosso se pensiamo al fatto che per le consultazioni nei prossimi giorni, al Colle si presenterà un condannato in via definitiva per Forza Italia, e lo stesso Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha dichiarato dopo la rielezione di avere un mandato a termine, violando palesemente l'articolo 85 della Costituzione.

Viene quindi da pensare che per riformare un paese culla del paradosso, un azione come quella di Renzi possa essere un buon inizio. Staremo a vedere.


Nicolò Guicciardi

1 commento:

  1. Il governo non dovrebbe occuparsi del potere esecutivo (ordinaria amministrazione) e il parlamento di quello legislativo? Quindi cambiando governo ma non parlamentari non vedo come si possa uscire dall'immobilismo. Andando avanti a colpi di decreto e fiducia?

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