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11 febbraio 2014

Manovre e complotti

Risale a ieri la notizia che, come un fulmine a ciel sereno , ha distolto per l'ennesima volta l'attenzione dai problemi più rilevanti del paese.
Il noto giornalista britannico Alan Friedman, ha riportato nel suo ultimo libro "Ammazziamo il gattopardo" un intervista fatta all'ex Presidente del Consiglio Mario Monti , in cui emerge il fatto che vi fossero stati dei colloqui tra il presidente della Bocconi e il capo dello Stato Giorgio Napolitano nell'estate 2011, ben prima delle dimissioni dell'allora capo del governo Silvio Berlusconi.
Pare infatti che Napolitano, in un periodo che ricordiamo per essere stato l'apice della crisi della zona euro con conseguente rischio altissimo per l'Italia e innalzamento dello spread, avesse comunicato a Mario Monti di "mantenersi a disposizione" per guidare un nuovo esecutivo in grado di prendere urgenti misure di salvataggio dei conti italiani, in caso di estrema necessità.
Glissando sulle polemiche che si sono succedute in seguito a questa notizia, quali la ricerca di notorietà improvvisa da parte di Alan Friedman e le immediate grida al complotto franco-tedesco e all'invito al presidente della Repubblica a fare chiarezza, da parte di esponenti forzisti come Daniela Santanchè e Renato Brunetta, salvo poi uscire dall'aula della consulta durante il voto sulla richiesta pentastellata di impeachment verso Napolitano facendola bocciare , il che denota ancora una volta un grandissimo esempio di incoerenza, è importante fare alcune semplici ma chiarificatorie considerazioni su tutto ciò.
Chi vi scrive concorda abbastanza sulla tesi riguardante le spesso discutibili "invasioni di campo" e/o atteggiamenti discutibili da parte di Giorgio Napolitano, almeno dal punto di vista delle firme ad alcune leggi non proprio ortodosse , per usare un eufemismo.
È bene però ricordare anche la situazione che si era creata attorno al governo Berlusconi e la risicatissima maggioranza che poteva sostenerlo in parlamento. Dopo la dipartita di Gianfranco Fini e dei suoi uomini dal Popolo delle Libertà per poi fondare Futuro e Libertà è bene ricordare che in un'occasione il governo si salvò dalla sfiducia grazie alla manciata di voti degli allora "Responsabili" che vedevano in gruppo i nomi noti di Gaetano Scilipoti e Antonio Razzi, da poco fuoriusciti dall' Italia dei Valori.
In un simile quadro della situazione risulta quindi pressoché impossibile gridare ad un "complotto presidenzialista" se Napolitano parlò con Monti nel giugno del 2011.

Nicolò Guicciardi

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