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7 febbraio 2014

Lett...addio?


È di oggi la riunione dell'assemblea del Partito Democratico in cui il segretario Matteo Renzi ha lanciato un'ulteriore ondata di fibrillazione verso il governo in carica.
Il sindaco di Firenze ha menzionato il pacchetto di riforme istituzionali quali legge elettorale , modifica del Senato, che passerebbe ad essere composto da 150 membri quali sindaci delle principali città italiane e governatori locali, e riforma del Titolo V della Costituzione che a breve dovrebbe andare in porto.

La questione che ha messo in guardia il governo Letta si riassume nell'altolà che il segretario democratico ha lanciato, riguardante una probabile "verifica", datata 20 febbraio, sull'effettiva operatività dell'esecutivo nella realizzazione delle tanto decantate #coseconcrete da parte di Renzi su Twitter.

Si è infatti paventato da subito un ipotetico passaggio di staffetta del governo nelle mani del segretario PD; scelta poi dichiarata dallo stesso come molto improbabile, a patto che le voci acclamanti questa sorta di "rimpasto" non si facciano troppo numerose ed insistenti. È quindi un campo minato quello in cui si sta incamminando Matteo Renzi che, se dovesse per caso accettare il sopracitato passaggio di consegna, rischierebbe di logorarsi in maniera irreparabile, visto che nessuno al governo in un periodo del genere, specie se formato da due forze politiche opposte, sarebbe in grado di "fare miracoli", e quindi perdere un numero cospicuo di consensi in vista di future elezioni.

È infatti ben chiaro come il segretario democratico sia ben favorevole ad andare al voto al più presto, essendo assolutamente convinto di poter battere il suo diretto competitore, che con una legge elettorale come l'Italicum sarebbe con ogni probabilità il partito capitanato da Silvio Berlusconi. Se eventualmente poi dovesse vincere Renzi dovrà affrontare un'ulteriore incognita come quella delle alleanze, che essendo al momento particolarmente incerte, lasciano spazio ad un deja vu di veltroniana memoria nel 2008 con un PD in corsa solitaria e ad eventuali incidenti di percorso simili a quelli vissuti ai tempi del governo Prodi, in cui il Turigliatto di turno scardinò la allora fragilissima maggioranza al Senato.

L'augurio al sindaco gigliato è quindi, almeno questa volta , quello di non friggersi in padella come fece Achille Occhetto con la sua "gioiosa macchina da guerra" nel 1994 e come Pierluigi Bersani alle scorse elezioni politiche nel 2013.

Nicolò Guicciardi

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